Per un’impresa la valutazione sulla convenienza ad intraprendere una strategia di internazionalizzazione passa principalmente attraverso l’analisi dei potenziali vantaggi acquisibili.
In particolare, il primo vantaggio immediatamente riscontrabile è rappresentato, indubbiamente, dalla possibilità di espansione del mercato di riferimento dell’impresa, infatti, l’entrata in un nuovo mercato consente all’azienda di aumentare il numero di potenziali acquirenti e contestualmente accrescere il suo fatturato.
Il fatto di non dipendere esclusivamente dall’andamento del mercato domestico permette, inoltre, di superare eventuali periodi di calo con la conseguenza che diversificando la ripartizione geografica delle vendite si riduce il rischio d’impresa.
Altro aspetto da non sottovalutare riguarda, poi, la stagionalità dei mercati, ovvero, ampliando il numero di contesti nei quali opera l’azienda questa potrà assicurarsi una maggiore stabilità produttiva.
Ancora, entrare in nuovi mercati, soprattutto se emergenti, può portare ad allungare la vita di un prodotto che, considerato obsoleto sul mercato domestico, può rappresentare invece un’innovazione in altri contesti.
Tuttavia, vale la pena ricordare, che i vantaggi maggiori potranno essere conseguiti solo nel medio-lungo periodo, ovvero quando e se l’attività di penetrazione di mercati esteri dovesse diventare una delle attività principali dell’impresa.
Altro vantaggio è poi rappresentato dalla possibilità di estendere il proprio punto di osservazione entrando in contatto con nuove culture, idee e approcci che, se ben interiorizzati, potranno essere sfruttati dall’impresa anche sul mercato domestico. Senza dimenticare che l’esperienza, le nuove competenze acquisite e il misurarsi con nuovi concorrenti sui mercati stranieri rappresentano un evidente vantaggio competitivo nei confronti delle imprese che continuano a operare unicamente entro i confini nazionali.
Novembre 2016