In questi mesi il tema del rilancio delle Zes ha attirato molta attenzione, il nostro stesso Studio con i precedenti articoli ha cercato di fornire spunti di riflessioni e suggerimenti in materia. Come già sottolineato più volte il nostro territorio oggi sembra essere pronto a cogliere le opportunità di crescita offerte della Zes, occasioni che possono sicuramente passare attraverso la creazione di ecofiliere. Ne è un esempio lo sviluppo della produzione della canapa voluta fortemente da Rachele Invernizzi della Southemp di Crispiano e dalla sollecitazione di Ivana Pantaleo titolare della Nana ‘e ‘el by Nanaaleo che utilizza la canapa per la realizzazione dei suoi capi di abbigliamento.
Rachele Invernizzi ha rilanciato la produzione della canapa in tutta Italia e conferma la necessità di ampliare la conoscenza dello sviluppo industriale della stessa. Secondo quanto ci ha detto tra i vari usi della canapa abbiamo la produzione di semi per uso mangimistico, la produzione di olio e farina per i settori alimentare, farmaceutico e cosmetico, la produzione di lettiera pregiata per animali, di carta, di bioplastiche, di substrati per il vivaismo e le colture di funghi dalle porzioni legnose e fibrose dello stelo. Secondo Ivana Panatleo, inoltre, la fibra, cioè la parte più pregiata della canapa, può essere impiegata per il settore tessile, come è stata antica tradizione del nostro Paese, insieme al lino.
Questi esempi pratici, testimoniano che, in qualche misura, rilanciare la Zes Ionica vuol dire anche contribuire a migliorare l’ecofiliera della canapa, realizzando un’economia circolare che parta dal riutilizzo dei sottoprodotti della coltura arrivando al riciclaggio di tutti i prodotti giunti a fine ciclo. Gli esempi sono innumerevoli: i residui pagliosi possono essere impiegati e valorizzati per ottenere materiali compositi, isolanti e geotessili, o in miscela con il cemento per alleggerire il peso di conglomerati cementizi e per la realizzazione di materiali di rivestimento.
La fibra più pregiata può essere impiegata per il settore tessile; mentre le fibre corte o di scarto possono essere sfruttate per la produzione di carta di buona qualità, di pannelli isolanti o di materiali compositi in miscela con polimeri. Il canapulo e le polveri possono essere usate nei settori bioedile, zootecnico ed energetico. I materiali prodotti, giunti a fine ciclo, possono essere riciclati per ottenerne altri di qualità inferiore come, ad esempio, carta o cartone oppure possono essere destinati al recupero energetico attraverso la combustione.
Pertanto, uno degli impegni richiesti nello sviluppo concreto della Zes Ionica è sicuramente rappresento dalla volontà di raccogliere le centinaia di piccole aziende del settore della canapa frammentate su tutto il territorio nazionale incentivando la creazione dell’ecofiliera nella ZES Ionica sfruttando la vocazione geografica del nostro territorio, favorendo la creazione di centri di prima lavorazione e centri di commercializzazione della canapa che servano i produttori a valle realizzando evidenti economie di scala a km zero. Un sistema di sviluppo così pianificato, la crescita occupazionale che ne conseguirebbe e un’economia basata sulla filiera degli scarti è un’opportunità che non può sfuggirci di mano a causa delle lacune legislative e amministrative già evidenziate nei precedenti articoli che comprometterebbero il potenziale benessere della collettività.
Qualcosa comincia a muoversi anche sul nostro territorio. Il Comune di Crispiano non si è limitato alla presentazione alla Regione Puglia di un progetto per dedicare un’area Zes proprio alla filiera della canapa, ma il sindaco Lopomo ha confermato anche l’avvenuta candidatura al CIS di altri progetti tra cui quello di riconvertire la Cava Amastuola dell’ex Ilva per la creazione del primo bioparco italiano, il più grande a livello europeo.
Fabio Rizzo