Le brevi analisi condotte nei precedenti articoli, così come i suggerimenti espressi sulla valorizzazione della Zes Ionica, muovono tutti dalla certezza – ultimamente più salda – delle potenzialità locali in termini di risorse naturali ed umane. Una rinnovata consapevolezza sulla quale nuovi investimenti si fanno strada.
Non ultimo, lo spazioporto di Grottaglie pensato come trampolino ideale per gli spostamenti oltre atmosfera. E in relazione alla Zes, anche questa idea non può certo esaurirsi nell’ambito delle imprese legate alle attività spaziali. Riuscire a sviluppare un indotto fondato sull’economia dello spazio, infatti, può solo accrescerne il valore generale facendone anche un motore occupazionale. L’aeroporto di Grottaglie, anche da questo punto di vista, e al di là della sua potenzialità di scalo turistico, può rappresentare il volano anche per la crescita di imprese di servizi non strettamente legate alle attività spaziali.
Se da un lato, infatti, l’economia dello spazio ruota intorno a tutto quello che ha a che fare con l’esplorazione dell’universo, dall’altro non bisogna dimenticare i risvolti pratici che lo sviluppo di determinate attività potrebbe portare sul nostro territorio.
Le informazioni satellitari, ad esempio, potrebbero essere utilizzate per fornire dati circa il traffico presente nei porti e per la gestione della logistica in entrate e uscita, con notevole vantaggio per le imprese nautiche. Il tutto a beneficio di una crescita esponenziale del porto di Taranto quale snodo fondamentale nelle tratte commerciali. Inoltre, sviluppare una filiera nel settore della space economy vuol dire incentivare la nascita di imprese di servizi che elaborano immagini satellitari utili ai settori agroalimentari e ittico (caratteristiche del raccolto, produttività del terreno, stato delle acque per prevenire i rischi derivanti da alghe, meduse e ecc., funzionamento delle ecofiliere…).